Storytelling

Blade Runner 2049

Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:

critici da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Hollywood,

e ho visto i raggi delle proiezioni di alcuni remake balenare nel buio vicino alle porte dei botteghini senza richiamare nemmeno uno spettatore.

E tutti quei film andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.

È tempo di spoiler.

(Anzi no!)

Benissimo, ora fingiamo che Blade Runner non rischi di subire lo stesso destino.

Director DENIS VILLENEUVE sul set di BLADE RUNNER 2049. © Columbia Pictures, Warner Bros Pictures e Sony Pictures Releasing International.

Sono anni che vengono riproposti nelle sale remake di film, ma non di opere sconosciute e nemmeno opere poco note ma rivisitate per esser rese più commerciali, quelli che il mercato ci ripropone sono rifacimenti di veri e propri piedistalli della settima arte.

Abbiamo visto film sconosciuti, vedi alla voce “Infernal Affairs” prima di esser ripropostoida Martin Scorsese in The Departed. Abbiamo trovato un Atto di Forza spogliato della sua essenza tanto da divenire un blockbuster Siamo seri: ci sono stati film da Oscar, perfetti nel loro genere come “Il segreto dei suoi occhi” riproposti mettendo appioppandoci dentro qualche nome famoso, sì, in bella vista quando poi non era assolutamente necessario!

Oggi tocca parlare di Blade Runner 2049.

Ma spendiamo altre due parole riguardo al fenomeno parallelo ai remake, i Sequel.

Ci sono sempre stati sequel poco convincenti a opere importanti, tanto che molti di questi film non sono considerati canonici.

— Devo davvero citare Titanic 2 della casa di produzione Asylum? Devo davvero? —.

Eppure da quando tale Steven Spielberg ha deciso di riportare in auge un suo vecchio personaggio sembra che Hollywood abbia pensato di seguire l’esempio, fin troppo alla lettera. Tentativi in maggioranza fallimentari seppur con le dovute eccezioni.

 Ora siamo arrivati dunque al sequel di Blade Runner.

 Abbiamo a nostra disposizione solo un trailer che ci introducono alla figura del protagonista, Ryan Gosling, e la situazione è subito chiara, cioè è esattamente la stessa del primo film:

Un Blade Runner della polizia di Los Angeles è incaricato di trovare Replicanti ribelli che stanno dando problemi.

O meglio, tenendo conto di alcune dichiarazioni dei produttori e del regista:

Un Blade Runner della polizia di Los Angeles è incaricato di trovare Rick Deckard, scomparso per 30 anni.

ANA DE ARMAS e RYAN GOSLING. © Columbia Pictures, Warner Bros. Pictures e Sony Pictures Releasing International.

Negli anni 80’ Ridley Scott ci ha fatto sognare con quello che poi è diventato uno dei suoi capolavori. Oggi invece lo vediamo solo in veste di produttore. Al suo posto troviamo alla regia Denis Villeneuve, curiosa promessa canadese che non ha smesso di sfornare capolavori a partire dai cupi Prisoners e Sicario fino al quasi malickiano Arrival (attualmente in sala) che sta lasciando  critica e pubblico molto soddisfatti.

Hampton Fancher, lo sceneggiatore originale, è stato incluso nella produzione.
Infine Ryan Gosling, non esattamente un attoruccio da poco, si è sempre cimentato in parti importanti e ogni volta ha lasciato il segno con il suo peculiare carisma, scegliendo le parti con parsimonia e ruoli mai superficiali.

Sebbene non si possa giudicare un film dal suo trailer, vorrei ricordare agli scettici che non necessariamente è male proporre il seguito di un vecchio film, come non necessariamente è male stravolgere e provare a immaginare in chiave moderna qualcosa che abbiamo amato in passato, concetto che Christopher Nolan ha saputo rendere molto bene con la sua trilogia di Batman.

Dal trailer si può intuire che c’è stato un curioso rovesciamento: la fotografia innanzitutto.

Nel primo il blu era predominante tanto da diventare un cromatismo caratterizzante dell’opera, pensate alle scene notturne e quelle di pioggia. Ora la tavolozza è cambiata: sono i colori crepuscolari, quelli del tramonto a stamparsi nell’iride degli spettatori: è l’imbrunire che procede senza soluzione di continuità? O un pianeta malato, devastato dalle sabbie? Un altro pianeta forse? O, vista l’insistenza della fotografia in questa direzione, semplicemente un voluto susseguirsi di scene che giocano su monocromatismi per accrescere la sensazioni che andremo a scoprire vedendo  il film? Anche se nelle immagini già in circolazione possiamo vedere una Los Angeles immersa nella pioggia, riconosciamo la notte, quella notte bluastra, e si percepisce la stessa atmosfera dark del capolavoro di Scott.

RYAN GOSLING in una scena del film © Columbia Pictures, Warner Bros. Pictures e Sony Pictures Releasing International.

Per alcuni fan questo trailer è la conferma di una vecchia teoria risalente al film originale, secondo la quale Rick Deckard è un replicante, ma mi avvalgo della facoltà di dire “Aspettate prima di parlare!”

Perché al giorno d’oggi i trailer sono diventati più fuorvianti rispetto al passato; più subdoli e a volte volutamente montati in modo da confondere lo spettatore, da depistarlo.

Se c’è una certezza è che Blade Runner 2049 al momento è ancora un’incognita e che non ci sono abbastanza materiali per poter speculare come si deve, né per potersi permettere di tessere lodi o partire in quarta con giudizi affrettati.

Aspettiamo ottobre che è meglio.

Intanto nel dubbio, magari quando piove, facciamo i bravi e rivediamoci il primo film.

Leila Tavi

Leila Tavi is a journalist specialized in Russian Politics and Culture and PhD c. in Russian History at the University of Vienna under the supervision of Prof. Andreas Kappeler. She studied Political Science in Vienna and Rome, graduating in History of Eastern Europe at Roma Tre University, with Prof. Francesco Guida and a thesis on travel reports about Saint Petersburg by West Europeans at the beginning of the XIX Century. Previously she obtained a degree in Foreign Languages, with a specialization in German Philology at the University of Rome «La Sapienza». Her new book "East of the Danube" is coming soon.