Storytelling

Il video delle Rom alla LIDL ci dà 3 strategie di difesa e non lo sa


Un’analisi razionale sul video scandalo di Follonica e 3 preziosi consigli per imparare alcune lezioni di Self Defence.

I FATTI:

Da una parte le signore sono una presenza nota, le interviste hanno segnalato molteplici attriti, dall’altra vi è un video in cui Margherita, una delle donne, scherza con l’uomo che pochi giorni dopo la deriderà, in occasione del compleanno di lui. La donna dichiara in un’intervista a Repubblica che non è arrabbiata ma solo spaventata e che non intende <<fare casini>> perché, in sostanza <<sono bravi ragazzi che hanno fatto uno scherzo stupido>>. C’era dunque una certa confidenza.
Il filmato viene postato su un gruppo (parrebbe privato) di Facebook, ma come la cronaca recente ci ha insegnato (o avrebbe dovuto) finisce ovunque. Conquistando una notorietà che nessuno dei protagonisti poteva immaginare.

Lo conosciamo: in provincia di Grosseto, 2 donne fanno un furtarello tra gli scarti e 3 ragazzi stupidamente, crudelmente, le chiudono in uno stanzino per qualche minuto. Tutti si conoscono, le vittime si spaventano ma poi ci ridono su.

Una episodio come mille. Eppure al meraviglioso e sensibile mondo di internet importa tantissimo.
Importa, perché è una violenza avvenuta a discapito di due Rom e questo ha assunto un peso politico più grande della mera cronaca locale.

Sappiamo come è andata:
1) La melma di Facebook tira fuori ancora una volta il peggio di noi. Porcherie ovunque. Il sindaco dichiara che i nostri valori stanno saltando sempre di più e se fossero stati intrappolati dei gatti, avrebbero ricevuto molta più dignitosa empatia (ed è verissimo).

2)  I lavoratori sono indagati per sequestro di persona ed il loro futuro lavorativo è incerto.
Uno era iscritto alla Cgil, che lo ha però sospeso, e la proposta di aiutarli con le spese legali arriva da Salvini.
Ma almeno ci si può consolare col titolo del Sun: “HAVE A LIDL RESPECT”

“COSA? LA GENTE SU INTERNET VA NEL PANICO?!? MA SEI SICURO”
Pert Griffin

Queste sono le sole informazioni che abbiamo. Eppure ognuno ne parla, tutti ne scrivono, chiunque ha una sua opinionema su cos’è che hanno un’opinione? Perché un fatto di cronaca locale diventa una polemica sui massimi sistemi?
Il problema è il caos.
La discussione non nasce all’interno dell’azione in sé. Non interessa davvero che lo abbiano fatto con l’intenzione di punirle o solo perché ci avevano già scherzato prima. Probabilmente sono vere entrambe, ma qui nessuno è Beccaria.

Nasce tra le insicurezze di cittadini che si sentono brave persone, e che nel 99% dei casi lo sono, ma temono le scelte degli “altri”. Pensano che il loro vicino sia uno stupido, il loro collega un pericolo. Paura, vuoto di valori e certezze rassicuranti. Sentirsi indifesi e cercare un nemico comune… Il rom o il razzista.

Difficile trovare e mantenere una posizione ragionevole. Difficile ribattere razionalmente a pensatori contemporanei come “Lagggente” e “Mio Cuggino”. Ed ecco che l’analisi più concisa e profonda ce la regala la pagina Fb Pastorizia e Perestrojka:
Politici e “Opinion Makers” dicono la loro. La gridano in tweet e analisi lunghissime. Puntano il faro alla ricerca di un senso, chi di sicurezza e giustizia, chi di umanità e comprensione. Su una faccenda che un senso non ce l’ha (“eeeeh”).
Una cacofonia di opinioni fino al prossimo fatto-show.

Un mondo virtuale che finge di dividersi tra quanti vorrebbero macchiarsi di crimini contro l’umanità e chi non ha mai vissuto situazioni di disagio con un Rom.
Gli elettori di destra divengono “populisti”, quelli di sinistra “buonisti”.

È il fenomeno della Bubble Of Feed, che viene spiegato in modo molto semplice nei primi 2,17 minuti di un video che parla di tutt’altro:

Quindi, prendendo ciò che ci serve dal video di youtube appena visto, sintetizziamo così: il singolo diventa un prodotto della rete sociale che lui stesso ha creato. Il nostro primo nemico è quindi il Social Network, la “rete sociale”, appunto.
Il dottor  Nicholas Christakis ha dimostrato che le reti sociali possono essere studiate in 2 modi:

a) come un virus che trasmette idee o che pian piano rende accettabili  nuove prospettive e scale di valori — In questo caso, a diffondersi da persona a persona non è un comportamento, quanto piuttosto un modello —.

b) Con i nostri like facciamo sì che a noi e ai nostri amici appaiano sempre di più le stesse persone, le stesse pagine, le stesse informazioni. Ci creiamo una rete ed ogni voce che si aggiunge ottiene una eco.

Nel frattempo, sugli spalti di questa bizzarra arena gladiatoria, gli UDF (Ultras Di Facebook) chiedono che lo Stato supporti la loro posizione. La percezione è di una Res Pubblica come un gigante lento dal quale dobbiamo tutelarci e “diventare più furbi”.

L’AUTODIFESA PER LEGGE. DIFENDERSI DALLE REGOLE

Cosa posso e non posso fare per difendermi? Come spesso accade, la realtà giace beffarda su due parole che gli UDF non pronunciano mai: “è complicato”.

La legge concede pochissime situazioni ideali in cui chiunque cagioni qualsiasi lesione ad un’altra persona, anche se per difesa personale, non è punibile, che il più delle volte è un pubblico ufficiale in servizio (anche qui con diverse incognite).

Art. 52 del Codice Penale: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”.

Le cose si fanno subito complicate.
– Per necessità s’intende la reazione NECESSARIA per difendere un diritto minacciato. In sede di giudizio verrà valutata, oltre che l’INEVITABILITÀ della reazione, anche la non esistenza di altre strade se non quella di reagire, in primis scappando.
– “UNA SITUAZIONE DI PERICOLO REALE”, ha margini di interpretazione enormi.
– con DIFESA PROPORZIONATA all’offesa, ci si è sbarazzati di una patata bollente applicando il terzo principio della dinamica alle scienze sociali, e di solito viene liquidata con: “se ti danno uno schiaffo, non gli puoi sparare”, come se la sola alternativa alla situazione attuale sia il far west del XIX secolo.

Una persona Seriamente preparata ad affrontare un malintenzionato, non ha solo la capacità di tutelarsi, ma anche di restare fredda a sufficienza da garantire questa proporzionalità. Da qui la leggenda metropolitana che i pugni di un pugile siano da considerarsi arma bianca, (non figurano come aggravante nel Codice penale) ma è il motivo per cui molti addetti alla security e professionisti che si ritrovano spesso vicino a scontri o reati, preferiscono non praticare sport specifici. È complicato.
Dal video, alcuni provano a risalire all’Art 383 (Codice di Procedura Penale) “Arresto da parte di Privati. ma proviamo a vederla in modo più vicino a noi. E se un uomo robusto subisce un furto in metro da una minorenne? Può afferrarla, almeno finché non le fa cedere il portafogli. Ma avvenuto questo, mentre l’uomo attende l’arrivo della polizia, la ragazza si dimena, altre complici la supportano, sempre minorenni… l’uomo può anche solo strattonarle il braccio per tenerla ferma? È complicato.

Sarebbe legalmente più semplice se fosse una minuta adolescente.

Deboli.
La risposta  alla domanda: lo Stato come ci vuole? Deboli?

Paradossalmente è più semplice essere deboli ed inermi. È comprensibile, ma non è un bene. L’ambizione di uno Stato è che i suoi cittadini possano sentirsi forti e fiduciosi. Il legislatore italiano non è stato finora in grado di proporre alternative tra il modello attuale e quello ultra permissivo statunitense. L’incapacità a sciogliere questo nodo ha fatto sì che, come al solito, ci si arrangiasse. Ma questo è un terreno troppo scivoloso.

Tutto ciò porta a malcontento, sfiducia e rabbia.
<<La paura porta alla rabbia, la rabbia porta all’odio, l’odio porta alla sofferenza. La paura è la via per il Lato Oscuro>> dice il saggio maestro Yoda. Aggiungete a questo una profonda ignoranza + effetto branco + anonimato.

C’è UNA SOLUZIONE PER OGNI PROBLEMA

Ci sono adesso 3 nemici da cui difenderci e che fino ad ora abbiamo giudicato ma non compreso. E che solo finché non li capiamo ci possono fare male.
1) I criminali
2) Snobbare idee politiche altrui (UDF)
3) L’interpretazione della legge.

1.Per proteggersi c’è una soluzione: diventare forti.

Con l’agonismo e la concentrazione, riusciamo a capire quali situazioni possiamo affrontare ed avere la lucidità per farlo al meglio. Reagire in modo intelligente ad una situazione di rabbia o paura e ricordarci che possiamo perdere, che a volte possiamo anche lasciarci indietro qualcosa pur di preservare un bene più alto come la salute. Perché quando il corpo è forte, obbedisce. Quando è debole, comanda. <<…questa società ha un disperato bisogno di persone forti. Perché non solo sono più utili e più difficili da uccidere, ma perché non sai quanto sei forte finché la forza non è l’unica scelta che hai. Perché, come sempre, solo chi conosce sceglie, altrimenti, crede di scegliere>> Andrea Biasci.

2. Le divisioni nette, anche violente, della politica possono diventare un vantaggio.

Abbiamo avuto tutti la sensazione che la polarizzazione politica in questo Paese stia tornando man mano ad essere sempre più violenta.

Sinistra e destra, liberali e conservatori, moltissimi studi dimostrano che le persone si allontano ideologicamente sempre di più. Secondo alcune statistiche, non vogliono più essere amici l’uno del altro, non vogliono relazioni con qualcuno con un’idea differente e trovano il partner meno attraente se lo scoprono; addirittura non vogliono che i loro figli sposino qualcuno di un altro partito.

Lo psicologo sociale Robb Willer, dice che se si dovesse paragonare la situazione al cinema, non sarebbe tanto un film di guerra, bensì uno di zombie, dove la gran parte delle persone smette di pensare autonomamente e, mentre cerca di convertire gli altri, distrugge la società. E Willer, come me e te, pensa di essere l’eroe nel giusto, Brad Pitt e non un soldato dell’armata zombie.

Che è più o meno… quel che pensano di sé tutti quanti…

Ma l’aspetto positivo, è che quindi tutti possiamo essere parte della soluzione.

Una delle scoperte più importanti della psicologia politica è di John Haidt e Jess Graham, secondo cui destra e sinistra hanno fondamentalmente bisogni simili (che sono quelli umani) e valori comuni nella loro cultura. Semplicemente, assegnano ad ognuno di questi concetti un punteggio diverso.

Pensi di aver capito dove voglio andare a parare? Provo a stupirti:
EVITA DI CERCARE UNA VIA DI MEZZO. NON TROVERAI MAI NESSUN COMPROMESSO REALE.

La politica è dialettica, non dialogo. I valori più profondi di una persona sono quelli per cui essa è disposta a combattere, a morire. Perché dovrebbe rinunciarvi per venire un pochino incontro a te, su cose che nemmeno gli stanno a cuore?

Willer studia una tecnica di autodifesa verbale nota come “Moral Reframing”. In uno dei suoi esperimenti, chiese a dei repubblicani di problematiche ambientali, tema caro ai democratici, parlandogli in termini Orgoglio, Appartenenza, Purezza, Nazione, Integrità, Valori… tutti temi cari all’elettorato conservatore.

Allo stesso modo, le sue “cavie” democratiche hanno affrontato la sicurezza o le spese militari, posti in termini di Protezione e Garanzia. Argomenti come lo studio della lingua nazionale obbligatorio per i figli degli immigrati, in termini di Uguaglianza.

I risultati sono stati pazzeschi.
La ragione è banalissima: le persone di destra ci tengono a respirare aria pulita, quelle di sinistra ci tengono a vivere in luoghi sicuri e a conservare il proprio retaggio culturale.
Semplicemente gli assegnano ciascuno un proprio grado.
Willer insiste su quanto ciò sia ovvio: se vuoi parlare con qualcuno della tua idea, devi usare il suo linguaggio e toccare ciò che è importante per lui invece che parlare ad uno specchio. Proviamo a pensare di essere in uno di quei film d’azione, dove i due poliziotti sono diversissimi e non si sopportano, nero e bianco, ordinato e caotico… capiscono che ognuno di loro ha dei limiti solo quando riconoscono i meriti del altro (non accade il contrario anche se più politically correct).

3.Infine: come ci si difende da una legge che appare confusa o quantomeno non si presta ad una interpretazione univoca e lineare per tutti? Conoscendola. La speranza è che queste brevi righe siano state una bussola utile.

COSA PORTARCI A CASA

Da questi 3 nemici possiamo tutelarci.
Per difendere l’IO sulle reti sociali, esse vanno solo capite. A quel punto, non dovremo più preoccuparci, non perché sapremo difenderci ma perché saranno loro… a guardarci le spalle:

<<Osservate questo. Penso che formiamo reti sociali perché i benefici di una vita “connessa” superano i costi. Se fossi sempre violento con voi, o vi dessi informazioni sbagliate, o vi rendessi tristi, o vi infettassi con germi mortali, tagliereste i ponti con me, e la rete si sfalderebbe. Devono diffondersi cose buone e preziose, per sostenere e corroborare le relazioni sociali. E analogamente, servono reti sociali per diffondere cose buone e preziose, come l’amore, la gentilezza, la felicità, l’altruismo e le idee. In effetti, penso che se ci rendessimo conto di quanto valore abbiano i legami sociali, spenderemmo molto più tempo a coltivarli e rafforzarli, perché penso che le relazioni sociali abbiano una connessione profonda col meglio di noi. >> Nicholas Christakis

Leila Tavi

Leila Tavi is a journalist specialized in Russian Politics and Culture and PhD c. in Russian History at the University of Vienna under the supervision of Prof. Andreas Kappeler. She studied Political Science in Vienna and Rome, graduating in History of Eastern Europe at Roma Tre University, with Prof. Francesco Guida and a thesis on travel reports about Saint Petersburg by West Europeans at the beginning of the XIX Century. Previously she obtained a degree in Foreign Languages, with a specialization in German Philology at the University of Rome «La Sapienza». Her new book "East of the Danube" is coming soon.

Un pensiero su “Il video delle Rom alla LIDL ci dà 3 strategie di difesa e non lo sa

  • Patrizia Rocchi

    Fuori dalle convenzioni e dentro la realtà di oggi.
    Da leggere e meditare.

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