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Greta Galli: da TikTok un messaggio di speranza

Forse l’avete già vista scorrendo i vostri video di TikTok, Greta Galli è una giovanissima ragazza di Varese, diventata famosa sul popolare social grazie al suo braccio robotico realizzato con i lego.

“Voglio dare speranza a chi vive di speranza”, questa è la frase che più ci ha colpito di Greta.

La ringraziamo per averci concesso un’intervista, conosciamola meglio!

Ciao Greta Galli, parlarci di te!

Ciao a tutti, sono Greta Galli e ho 17 anni. A settembre, covid permettendo, inizierò l’ultimo anno delle superiori, studio informatica e telecomunicazioni all’ISS Geymonat di Tradate (VA). Nel tempo libero mi diverto a sperimentare, odio avere le giornate vuote hahahaha.

Quando e come è nata la tua passione per la tecnologia e in particolare per i lego?

Mi ricordo che da piccola, verso i 3/4 anni, quando andavo da mio nonno, piuttosto che imparare a scrivere o a leggere, imparavo il dialetto lombardo e usavo il martello picchiando dei chiodi dentro un asse di legno, non vi dico gli scleri di mia madre e quelli della suora all’asilo quando le avevo detto i numeri in dialetto invece che in italiano, ops hahahahah. Sempre in quegli anni la sorella di mia nonna (prozia) mi regalò una scatola di lego duplo e da lì partì tutta la mia passione per i Lego, a ogni compleanno o natale i regali erano o Lego o draghi o qualcosa da costruire, le Barbie in casa mia hanno avuto poca vita. A 11 anni ho scoperto l’esistenza del Lego Mindstorms, un set particolare dato che contiene motori e sensori programmabili; dopo aver passato un pomeriggio a giocare sul campo della FLL (First Lego League) chiesi questo set in regalo per il mio compleanno e così fu. Ve la immaginate una ragazza che a 11 anni programmava? hahahaha sono sempre stata un caso particolare.

Su TikTok sei arrivata a quasi 147.000 followers, ti aspettavi questo successo?

Sinceramente no, ho iniziato ad usare tiktok per combattere la noia della quarantena, poi sono sempre stata una timida anche sul mettersi in mostra in video quindi figurati a fare dei tiktok hahaha. Un giorno ho trovato l’audio giusto e ci ho fatto un video, ed è stato il mio primo video virale a cui in partenza non avrei dato un euro, anche perchè impreco per 15 secondi… però oramai ho notato che più sono senza senso più vanno. Da quel giorno ho iniziato a fare video delle mie passioni, robotica ecc e ho attirato un casino di gente perchè probabilmente uso un approccio particolare, ironizzando sugli stessi robot (tipo quello della carta igienica) che si possono sembrare idioti ma in realtà hanno un enorme potenziale educativo.

La tua creazione più famosa è probabilmente il braccio robotico costruito con i lego, cosa ti ha portato a realizzarlo?

Ma guarda, ho sempre avuto il pallino di creare qualcosa nella mia vita in grado di aiutare le persone meno fortunate di me e, presa da un momento di noia nell’estate 2018, ho creato la prima versione di Cyborgr3, la mia mano, anche lì non mi sarei mai aspettata il successo che invece ha avuto. Quando ero piccola avevo scoperto l’esistenza di David Aguilar, un ragazzo spagnolo poco più grande di me nato senza braccio e che se l’era costruito interamente di Lego, da li basta, dovevo farlo anche io, non tanto per guadagnare visibilità o per concorrere con lui, più che altro per dare una speranza alle persone che vivono di speranze, se ce l’abbiamo fatta noi due chiunque ce la può fare.

Quale è l’esperienza più bella che ti ha fatto vivere questa tua passione?

Credo il fatto di aver incontrato tantissime persone durante gli eventi a cui ho partecipato. Cercare di parlare con tutti ti permette di vedere il mondo in una maniera diversa e spesso fantastica, senza contare i suggerimenti che mi vengono dati o le facce sconvolte dei bambini nell’incontrare un supereroe nella vita vera.

Sei fonte di ispirazione per moltissimi giovani, cosa vuoi trasmettere loro?

Alle persone che mi seguono, giovani o comunque adulti, voglio insegnare quanto importanti e quanto interessanti sono le discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics). Molto spesso mi viene chiesto che liceo sto facendo, no ragazzi, al liceo queste cose non si fanno, c’è la moda del liceo, vero, ma solo se vuoi passare la tua adolescenza a scoprire cose teoriche e nulla di pratico, oppure un’altra domanda che mi è stata fatta su instagram è questa “perchè non contagi altre ragazze?” e ti riscrivo la risposta che ho dato “sinceramente? Io ci provo, quando durante gli eventi o le ‘conferenze’ trovo una ragazzina anche un attimo interessata tento a portarla su questa strada, ma è sempre difficile, non per la passione, ma per la mentalità. Viviamo in un mondo in cui c’è un’eterna distinzione tra maschi e femmine, sul lavoro, sul modo di fare, sull’abbigliamento eccetera. E’ davvero raro trovare qualcuna che da piccola giocava con le Barbie, si metteva lo smalto, sognava di diventare una principessa e che poi da grande andrà a fare il meccanico. Io per fortuna sono cresciuta in una famiglia con la mentalità aperta che mi ha sempre appoggiata nelle mie scelte (sempre opposte a quelle delle mie compagne) e mi ha permesso di fare quello che faccio ora. Più che contagiare altre ragazze bisognerebbe rivoluzionare il modo di pensare della società” ed è quello che sto cercando di fare tramite i miei social, non per forza essere femmina significa giocare con le Barbie ma non per forza essere maschio significa giocare al piccolo meccanico, i ruoli si possono invertire e ogni ragazzo/a deve essere libero di fare ciò che gli/le piace, senza badare al giudizio degli altri.

Hai progetti futuri? Puoi parlarcene?

Si ma purtroppo non posso parlarne, vi dico solo che ho in ballo una cosa parecchio grande tra settembre e ottobre dove presenterò un nuovo progetto, sempre legato alla disabilità ma più avanzato, fatto con Arduino e probabilmente lanciabile sul mercato, potrebbe davvero aiutare tantissime persone.

Francesco Evangelisti

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