Raffaello alle Scuderie del Quirinale: un tour virtuale sul maestro del ‘perfettissimo giudicio di bellezza’
Raffaello è il protagonista della mostra organizzata dalle Scuderie del Quirinale con le Gallerie degli Uffizi, in collaborazione con la Galleria Borghese, i Musei Vaticani e il Parco Archeologico del Colosseo. La mostra dedicata al grande artista urbinate apre le porte al grande pubblico con una visita virtuale.
Già prima dell’apertura al pubblico e successivamente della chiusura per COVID19, era possibile ascoltare il racconto dei curatori con l’hashtag #RaffaelloOltreLaMostra, partecipando virtualmente agli incontri ospitati a Palazzo Altemps. Silvia Ginzburg, affrontava il tema della giovinezza di Raffaello, Antonio Natali, raccontava il periodo fiorentino del pittore, Alessandro Zuccari, approfondiva l’attività nella Capitale.
La curatrice della mostra, Marzia Faietti, insieme a Matteo Lafranconi, curatore e direttore delle Scuderie del Quirinale, hanno cominciato partendo proprio dal punto in cui parte il percorso espositivo, con La morte di Raffaello. A seguire, i co-curatori Francesco Di Teodoro e Vincenzo Farinella hanno approfondito la Lettera a Leone X, il progetto di Villa Madama, il rapporto di Raffaello con l’antico, con i suoi committenti e gli anni della gioventù. Infine, lo studioso Achim Gnann presenta una riflessione su Raffaello e Giulio Romano.
La rassegna vanta capolavori provenienti dalle collezioni dei più importanti musei al mondo, per un totale di 204 opere, 120 dello stesso Raffaello, tra dipinti e disegni, ed è visibile su YouTube con il titolo Una Passeggiata in Mostra.
Nella notte fra il 6 e il 7 aprile 1520, ammalatosi otto giorni prima di una febbre acuta, muore il grande artista urbinate Raffaello Sanzio. Leone X, figlio di Lorenzo de Medici, è affranto dal dolore. Conscio della grandezza dell’artista, si aspettava da lui ancora tante grandi opere. La morte di Raffaello è un evento clamoroso, è considerato uno dei di più grandi pittori viventi, ma anche architetto e studioso di antichità. La sepoltura avviene il 7 aprile all’interno del Pantheon a Roma. Il monumento di Roma antica più amato e studiato dall’urbinate, fondamentale per la sua attività di architetto. Dopo aver fatto restaurare a sue spese una edicola del Pantheon fece realizzare a Lorenzetto, uno dei suoi più fidati scultori, una monumentale Madonna con bambino, la cosiddetta Madonna del Sasso, su modello di Afrodite. Tutto doveva far emergere il suo desiderio di vivere e morire all’antica. L’epitaffio latino scritto sulla lapide al Pantheon recita: “Qui giace Raffaello da cui la natura temette di essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire”.
Una delle sale, come ci dice la voce che guida la Passeggiata in Mostra, è dedicata alla lettera scritta a Leone X nel 1519 a quattro mani da lui e da Baldassarre Castiglione e va collegata al progetto di ricostruzione grafica della Roma antica. Tale lettera è il documento che dà l’avvio alla tutela dei monumenti. Nella sala è evidenziata anche la grande capacità pittorica dell’artista, che raffigura i tre attori della comunicazione dell’epoca: il papà de Medici, Raffaello e Baldassarre Castiglione.
Leone X era un grande ammiratore di Raffaello e il 15 giugno del 1515 l’artista riceve un pagamento da Leone X per la realizzazione di arazzi da collocare alle pareti della cappella Sistina. Il ciclo è realizzato non solo in dialogo con i maestri toscani e umbri del Trecento, come Duccio di Buonisegna, Simone Martini e i Fratelli Lorenzetti, ma soprattutto con la magniloquente volta michelangiolesca. Raffaello è stato il pittore della grazia e della bellezza, che ha sempre avuto grande rispetto della donna, come ha riferito il Vasari. L’urbinate ha studiato a lungo la bellezza femminile, distante dalle brutture del mondo e ispirata al neo platonismo e alla poesie di Francesco Petrarca. Se l’ideale immagine femminile si ritrova nei ritratti de La Velata e de La Fornarina, che raffigura l’amante di Raffaello, il ritratto maschile offre lo spunto per riflettere sui tratti dei personaggi rappresentati con spontaneità e immediatezza.
Anche Villa Madama, commissionatagli da Clemente VII, un altro Papa Medici, cugino di Leone X, ci mostra la sua grandezza. L’unico borghese che ha le risorse per commissionare opere a Raffaello è Agostino Chigi, banchiere senese che gli chiede di dipingere la villa della Farnesina, dove spiccano le figure di Psyche, realizzate nel 1518 e che danno vita a una straordinaria narrazione mitologica che influenzerà tutta la pittura del 1500. Il banchiere Chigi morirà cinque giorni dopo Raffaello, l’11 aprile 1520.
Quando l’artista giunge a Firenze, nel 1504, la città sta vivendo un momento di grande fibrillazione artistica. Ci sono artisti come Michelangelo, Leonardo, Filippino Lippi. La dama col liocorno, che evoca La Gioconda e Il sogno del cavaliere precedono di pochissimo la partenza dell’urbinate verso Firenze. Un autoritratto giovanile chiude la Mostra e simboleggia la grazia e la genialità dell’artista dotato di virtù quasi sovrannaturali.
– Paola Dei
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Video: courtesy of Scuderie del Quirinale