Cultura

Intervista a Enza Li Gioi, autrice di “Elsa che parla alle lampade”

Dopo il debutto al Teatro Porta Portese, Elsa che parla alle lampade torna in scena al dal 19 al 21 febbraio al Teatro Tor Di Nona di Roma

Lo spettacolo si anima di figure femminili appartenenti all’infanzia dell’autrice, donne che riemergono da un passato lontano e che si presentano ad Elsa per starle vicino, per darle consigli, per affrontare momenti delicati e difficili della sua esistenza. Sono fantasmi, fili che legano la protagonista a ricordi di una vita lontana che torna per intrecciarsi agli eventi del presente.

Le donne che popolano questa opera, hanno ispirato i personaggi del monologo e sono reali, anime di cui si sente l’odore, si percepisce l’essenza, si ricordano gli atteggiamenti, le risate, gli indumenti.

Abbiamo intervistato Enza Li Gioi, autrice dell’opera per approfondire l’originalità di questo spettacolo. 

Prima domanda: Elsa, attraverso il ricordo di eventi lontani e il supporto femminile, affronta il presente, non sempre facile e indolore. Chi è Elsa?

Enza: Elsa potrebbe essere qualunque donna di quell’età (diciamo 45-50 anni) che abbia ancora intera, ossia non del tutto fagocitata dalla tecnologia e dai social, la sua parte romantica e sognatrice, la sua spiritualità, sebbene già velate di un cinismo e da uno scetticismo dovuto alle durezze del suo trascorso vitale.

Elsa ha avuto un’infanzia piena di personaggi che ha saputo osservare e conservare nel ricordo. Non è insomma una nativa digitale. È un personaggio del Novecento.

Seconda domanda: Nives, Pina, Mafalda e Antonietta sono donne realmente esistite che tornano per regalare alla nostra protagonista un insegnamento, per regalarle un ricordo. C’è un elemento di fondo che accomuna queste donne “lampade”?

Enza: Certo, sono donne che, come ho detto, Elsa ha conosciuto da piccola e che tutte hanno in comune un amore infelice e finito tragicamente. L’accenno alla violenza contro la donna è presente ma non invasiva. Quelle donne hanno fatto degli errori e intervengono nei momenti salienti della vita di Elsa per insegnarle cime fare a e aiutarli.

Terza domanda: L’opera affronta, tra le altre tematiche, il delicato rapporto uomo-donna con un pizzico di ironia ma l’intreccio sfiora anche aspetti complessi e più dolorosi della relazione, con una particolare attenzione al presente.

C’è un riferimento alla cronaca del nostro presente?

Enza: come ho già accennato il problema della violenza alle donne c’è ma privo del vittimismo femminile che spesso intride questa tematica. Le donne di Elsa sono autocritiche e hanno usato il dolore per trasformarlo in saggezza e ironia che vogliono insegnare a Elsa. Certo, il prezzo per arrivare a tanto è stato nel loro caso la morte. Ma qui la questione è: esiste la morte o è essa stessa una lezione di vita da portarsi dietro una successiva rinascita?

Quarta domanda: la musica in questo spettacolo è un elemento fondamentale: accompagna Elsa nel suo percorso di consapevolezza,  ne sottolinea gli aspetti più leggeri e quelli più drammatici. La scelta di alcuni splendidi brani anni 80-90 ha una particolare funzione?

Enza:  Sì la musica è fondamentale, tant’è che l’altro personaggio della storia si esprime suonando il pianoforte e non rivelo chi egli rappresenta nell’opera. La musica suonata al piano è via via evocativa di altre epoche o composizione originale del Maestro Francesco Paniccia che la esegue.

La scelta dei brani anni Ottanta è registica (Anthony Rosa) e si accorda con la generazione della protagonista, incarnata dalla brava soprano-attrice Sara Pastore, che ci offre anche alcuni suoi brevi interventi canori.

e infine..ultima domanda Enza….Come ha reagito il pubblico al debutto dello spettacolo?

Enza: Lo spettacolo al Porta Portese ha avuto un’accoglienza calorosissima con commozione alternata a risate. La prima serata però siamo stati un po’ penalizzati dal Derby, perché purtroppo il Calcio domina sovrano su tutto e sulla cultura in primis. Se ci fossero tanti amanti del teatro tra i tifosi quanti amanti del Calcio si trovano anche tra le persone di cultura sarebbe tutto diverso. A volte penso che il ricco Calcio dovrebbe farsene un problema e sostenere in qualche modo le attività culturali e soprattutto il Teatro che dalle sue partite subisce il maggior danno. Ma è un sogno a occhi aperti. Elsa che parla alle lampade è uno spettacolo nuovo e originale che offre spunti anche sul problema spesso toccato della nuova drammaturgia. C’è o non c’è? Ebbene si, c’è.

Vi aspettiamo dal 19 al 21 febbraio al Teatro Tor Di nona!