Arte

MAAM: Il museo che ospita oltre seicento opere di street art riqualifica la periferia di Roma

 

Può un’occupazione abitativa portare e creare arte a disposizione di tutti i cittadini? Ebbene sì questo è il MAAM (museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz) a Roma (via Prenestina 913).

Nel 2009 viene occupata una fabbrica abbandonata da anni della Fiorucci per divenire casa di migranti e precari di tutto il mondo.

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© Silvia Brutti
Nel 2012 inizia l’esperienza del MAAM, un vero e proprio museo vivente (unico nel suo genere su tutta la terra) e si sviluppa sempre più fino a contenere al momento 600 opere di street art di artisti provenienti da ogni parte del mondo, famosi e meno noti.

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© Silvia Brutti
Un luogo che cambia la visione dell’arte, un museo accessibile a tutti, dove le opere si possono toccare e sentire per un’esperienza a 360°, dove spesso ci si ferma a parlare con gli abitanti e si osserva divertiti i bambini giocare.

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© Silvia Brutti
Un’idea innovativa, perché mettere un museo dove vivono delle persone è oltremodo geniale. Arte a sostegno dell’occupazione, che a sua volta si fa promotrice e protettrice di opere incredibili.

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© Silvia Brutti
In questo luogo di tutti e di nessuno nasce un museo che si auto-finanzia, un museo fruibile a tutti, anche ai meno avvezzi all’arte.

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Da tutto il mondo vengono a portare il loro contributo oppure a realizzare i propri progetti fotografici, sociologici, antropologici, artistici e musicali.

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© Silvia Brutti
Un museo che è parte integrante di un’occupazione e continuamente a rischio di sgombero e di rischio di distruzione dell’immenso tesoro che qui è contenuto.

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© Silvia Brutti
Per questo motivo, il 25 settembre, si è svolto un importante incontro: Giorgio De Finis, ideatore del museo, ha annunciato la volontà di presentare la candidatura del MAAM all’Unesco per chiedere che sia riconosciuto patrimonio dell’umanità.

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© Silvia Brutti
La campagna è stata scherzosamente chiamata NUNESCO; riconoscendo cosi l’importanza affettiva e comunitaria del museo per chi li ci abita, intenzione di non voler rinunciare a proteggere la loro casa e tutte quelle opere nate per la comunità.

Silvia Brutti

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© Silvia Brutti
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© Silvia Brutti
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