Arte

I Demoni di Fedor Dostoevskij: Una grande opera in audiolibro per Natale

I Demoni di Fedor Michajlovic Dostoevskij: pagine da terremoto letterario che hanno squarciato la linea di confine fra il bene ed il male disegnando una umanità dilaniata dal proprio limite, dal disagio della finitezza nell’appartenenza al mondo.

Il romanzo, pubblicato nel 1873, ha rappresentato una pervasiva fonte d’ispirazione per Albert Camus, che ne ha ricavato un celebre adattamento teatrale, ma noti sono anche la riduzione televisiva Rai nello sceneggiato di Sandro Bolchi e il film del regista polacco Andrzej Wajda, che ha contato fra gli interpreti Isabelle Huppert e Omar Sharif.

L’opera imponente di Dostoevskij, definita un romanzo metafisico, un grande racconto iniziatico, tuttora continua a riverberare il suo affascinante e cupo respiro e la casa editrice “Recitar Leggendo Audiolibri” pubblica per questo prossimo Natale I Demoni nella versione dell’audiolibro. L’ascolto si deve alla voce dell’attore Claudio Carini, fondatore della casa editrice, che sa imprimere alla lettura la forza di un radiodramma effusivo del gigantesco e tragico gioco dei personaggi.

 

Queste le parole di Claudio Carini:

Non ci sono effetti sonori o visivi, né costumi né luci di scena, c’è solo una voce che racconta direttamente. In questo senso, l’audiolibro può essere considerato un modo nuovissimo e rivoluzionario di fruizione della letteratura. La nostra ricerca è volta ad indirizzare tutte le tecniche interpretative che un attore ha accumulato sul palcoscenico verso un punto piccolissimo e ravvicinato, il microfono, che, idealmente, rappresenta l’orecchio dell’ascoltatore”.

Demoni

I personaggi: Incarnazioni filosofiche

Il cuore nero dei protagonisti de I Demoni vive in una dilatazione iperbolica, poiché in loro l’autore russo ha inciso il solco di una tensione filosofica estrema appoggiata alle domande sull’identità dell’uomo e del suo rapporto con Dio. La questione radicale è l’individuazione dei confini della libertà umana e le argomentazioni filosofiche sono sviscerate, spesso in modo esaltato e farneticante, nei monologhi e nei dialoghi dei personaggi che intrecciano, però, un avvincente schema narrativo ed oltrepassano la trattazione saggistica.

La trama: oscuri delitti nella provincia pietroburghese

La trama del romanzo muove da un fatto realmente accaduto, il processo al terrorista Necaev, e racconta l’organizzazione di una serie di delitti, che sconvolgono una provincia nei pressi di Pietroburgo, da parte di un gruppo eversivo che vuole abbattere lo Zar e la religione. La figura centrale è Nikolaj Stavrogin, il vero demone, sempre presente anche quando non è in scena, regista e motore degli altri personaggi, macchiato dell’abominio dello stupro di un’adolescente. L’audiolibro riporta integralmente il capitolo, censurato nella prima pubblicazione del libro, della confessione di Stavrogin al Vescovo Tichon, un autentico capolavoro di introspezione nella fede e di sottigliezze psicologiche. È qui che si delineano tracce chiare di un’antropologia teologica in Dostoevskij, educato fin da bambino dalla fervente madre cattolica alla lettura della Bibbia, iscritte nella citazione del Libro dell’Apocalisse e nell’appello all’Angelo della Chiesa di Laodicea:

Così parla l’Amen, il testimone vero, il fedele, il principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo, né caldo. Come vorrei che tu fossi almeno freddo o caldo, ma poiché sei tiepido, io sto per vomitarti dalla mia bocca”.

Il rigetto di Dio è rivolto agli apatici, indifferenti, mediocri e, per questa ragione, l’eccesso, l’esondazione delle emozioni sono la valvola di chiusura e, in un certo senso, di riscatto de I Demoni.

Afferma Stavrogin:

Mentre all’indifferente rimane come fede solo una nera paura, il perfetto ateo è sul penultimo gradino in alto prima della perfettissima fede”.

Conferma Tichon:

L’ateismo totale è più rispettabile dell’indifferenza mondana”.

Il partenariato inverso con Dio

Dalla negazione del divino discende una visione allucinata della vita che fa teorizzare al sovversivo Kirillov la scelta del suicidio per dimostrare che non ha paura di Dio. Del suo piano delirante approfitterà Pëtr Stepanovič, organizzatore del gruppo terroristico, per addossargli la responsabilità dei crimini commessi riconosciuti in dichiarazioni postume contenute in una lettera scagionante i veri colpevoli.

Riferisce Claudio Carini, che è anche il traduttore dell’audiolibro:

Pëtr Stepanovič Verchovenskij è sicuramente il personaggio che al microfono mi ha “intrigato” di più e la sua lucida follia (“Io non solo un socialista, sono solo un farabutto!”) è un banco di prova per qualunque attore”.

Ne è un esempio questo stralcio:

Ascoltatemi, all’inizio fomenteremo la rivolta- continuò Verchovenskij sempre precipitosamente e afferrando continuamente la mano sinistra di Stavrogin – Ve l’ho già detto, penetreremo nel cuore stesso del popolo. Sapete che già ora siamo terribilmente forti?”.

I personaggi si colorano di una follia tracotante, di una “hybris”, che li avvicina al concetto di superuomo di Nietzsche, ma mentre la volontà di potenza del filosofo tedesco è impersonale, Dostoevskij crede nel soggetto, nelle individualità che brancolano in un esodo interiore alla ricerca della verità ultima e in tali peregrinazioni si accendono di luci profetiche. Nella diabolica vaudeville del mondo sono i personaggi femminili a mostrare, per quanto fievolmente e prescindendo dalla tragicità del destino di alcune di loro, i segni di un risveglio della coscienza. L’energia dell’ignara Varvara Petrovna, madre di Stavrogin, il pentimento resipiscente di Lizaveta, la saggezza di Darija, l’urlo inascoltato di Marija Ignatijevna, moglie di Satov, la stessa pazzia di Marija Timofeevna, la scaltrezza della levatrice nichilista capace, talvolta, di generosità, sono sfaccettature di un sommesso, non dichiarato divario da una realtà dominata da una elite demoniaca. D’altra parte Dostoevskij dissente dalla possibilità della costruzione di un edificio etico fondato sul nichilismo e, peraltro, accenna qua e là al problema nascente dei diritti delle donne. Sta di fatto che il piano dei demoni implode e rivela, nonostante l’ondata catastrofica dei suoi effetti, la coltre del suo non-senso, la sua insufficienza a colmare il bisogno che l’uomo ha di conoscere se stesso. Guardando la filigrana della narrazione, inoltre, potremmo mettere in evidenza che il diabolico Stavrogin da bambino piangeva nelle braccia del suo precettore Stepan Trofimovic avvolto da una “eterna e sacra malinconia che certe anime elette non scambierebbero con alcun piacere”.

L’audiolibro accompagna in questo universo e con la forza del libro parlato fa registrare impressioni ed interrogativi se è vero, come asserisce Noam Chomsky nel suo volumetto Tre lezioni sull’uomo, riferendosi brevemente ai rapporti fra fonetica e percezione che:

L’atto della pronuncia produce un effetto specifico nel mondo esterno alla mente”.

Potremmo, però, assegnare l’ultima parola alla poesia ed ai versi del mistico persiano del tredicesimo secolo Rumi secondo il quale

“quando l’orecchio si affina diventa un occhio”.

Daniela Muraca

Immagine in evidenza: tratta dall’omonimo film del 2014 per la regia di Vladimir Chotinenko.