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HOT SPOT: L’attivismo estetico per una rinascita ambientale in mostra alla GNAM

 

HOT SPOTCaring For a Burning World è la mostra che si è conclusa domenica 26 febbraio alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (GNAM). Una pluralità di artiste e di artisti propone l’immagine di un rapporto diverso con il nostro pianeta, mediante l’impulso di un attivismo estetico che cerca di stimolare la riflessione e sensibilizzare al disastro, in favore di una rinascita dell’ambiente naturale.

HOT SPOT

Si è conclusa da pochi giorni la mostra HOT SPOT – Caring For a Burning World, presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma. La crisi climatica e la relativa incapacità che il genere umano ha dimostrato di svilupparsi in modo armonioso nel suo ambiente si collocano con forza al centro del dibattito contemporaneo e del percorso espositivo che la Galleria intende proporre. Una pluralità di artiste e artisti ha voluto documentare la criticità della situazione che oggigiorno viviamo proponendo non già una visione di denuncia, ma l’immagine di un rapporto diverso con il nostro pianeta, mediante l’impulso di un attivismo estetico che cerca di stimolare la riflessione e sensibilizzare al disastro. Spiega il curatore, Gerardo Mosquera:

Il percorso espositivo non considera la questione come qualcosa di specifico, ma la apre e la amplifica esplorando altri aspetti, a volte ambigui e contraddittori, o armoniosi, suggerendo la possibilità di una rinascita dell’ambiente naturale, poiché la vita sulla Terra ha un’enorme capacità di resilienza»

HOT SPOT
HOT SPOTHOT SPOT

HOT SPOT prende il titolo dall’omonima opera di Mona Hatoum (Hot Spot, 2013) inclusa in mostra: una grande installazione in ferro e neon raffigurante il pianeta Terra acceso da una luce rossa che simboleggia i conflitti che lo rendono rovente. L’opera narra di come il modo dirompente con cui è stata organizzata la società umana sembri condurre alla catastrofe ambientale. Se quest’opera racconta gli effetti estremi che il clima può raggiungere attraverso il contrasto visivo e materico, la forza dirompente che possono manifestare gli elementi, come l’acqua, è riportata in Flooded di Kim Juree, dove si osserva la dissoluzione di un’architettura di argilla, oppure nelle fotografie di Gideon Mendel, che ritraggono la devastazione che l’acqua scatena quando inonda sempre più frequentemente vari luoghi del nostro pianeta. La crescita esponenziale della popolazione umana e la sua espansione incontrollata con il conseguente sfruttamento delle risorse ambientali, portano in primo piano anche la relazione con gli altri esseri viventi che abitano la Terra e che, durante il lockdown della pandemia, si sono spesso riappropriati di spazi vitali apparendo in maniera inedita lungo le strade cittadine. Queste apparizioni ricorrono nelle sculture di Davide Rivalta, i cui gorilla – animale in via di estinzione – accolgono il pubblico all’ingresso della galleria.

HOT SPOTHOT SPOT

Il finissage della mostra in oggetto, tenutosi sabato 25 febbraio, ha visto la presenza di diversi esponenti del mondo della politica, dell’arte e della letteratura nazionale e internazionale, con uno speciale focus sulla situazione impaludata di un “hot spot” a noi tutti tristemente noto e vicino, la cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Il caso di Giugliano di Napoli, città eletta purtroppo negli anni per essere la pattumiera della Campania, complice la sua formazione così pianeggiante, rappresenta uno di quei tristi casi in cui ambienti un tempo incontaminati, ospitanti bellezze paesaggistiche e artistiche, siano potuti essere stati deturpati dalla mala amministrazione e dall’intervento della criminalità organizzata. La Vicepresidente del Senato della Repubblica, Maria Domenica Castellone, originaria di quei luoghi, ha denunciato ferocemente lo stato di abbandono e tossicità con l’impegno di provare ad invertire la rotta, di dare un futuro diverso alla Terra dei Fuochi. L’attuazione il prima possibile della legge n. 29 del 2019, e quindi l’istituzione di un registro dei tumori nazionale, sarebbe sicuramente un primo passo verso una maggior tutela dei cittadini coinvolti dalla tossicità ambientale. Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, ha richiamato come il tema della difesa dell’ambiente non è affatto un tema passato e che la situazione della Terra dei fuochi è la conseguenza ingiusta di vari fenomeni. Da una parte, delle pratiche ormai decennali di sversamento abusivo nel sud Italia di rifiuti provenienti dalla filiera industriale, attuate grazie ad un’alleanza scellerata tra il sistema economico italiano e la malavita, dall’altra, della creazione delle ecoballe, voluta invece dallo Stato, remissivo davanti alla difficoltà dello smaltimento dei rifiuti, che ha portato al prosciugamento di milioni di soldi dei contribuenti. Solo mettendo la legalità al centro dello sforzo di cambiamento, c’è speranza di miglioramento per questi territori ora altamente contaminati.

HOT SPOT

Dal mondo dell’arte è forte la condanna di Jorit, street artist campano cresciuto a Quarto:

Immaginate un ragazzino di quindici anni che fa le barricate per strada con l’immondizia. Immaginate di vedere giornalmente dei fumi neri che si sprigionano nell’aria e di sentire la puzza di plastica bruciata che ti penetra nelle narici. Questa è la realtà in cui sono cresciuto. Nonostante sia oggi un’artista affermato e appagato, nessuno placherà mai in me la rabbia di essere cresciuto in una condizione che per me era normale, sebbene crescere facendo barricate con l’immondizia di normale non aveva nulla».

HOT SPOT

In definitiva, questa è la forza della rabbia, questa è la forza delle parole, questa è la forza di HOT SPOT, in cui ogni opera d’arte è polisemica e sempre aperta all’interpretazione. La mostra non propugna slogan, ma vuole prendersi cura del mondo anche attraverso l’arte, invitando a riflettere in modi molto diversi e soggettivi sui gravi problemi del pianeta nella loro complessità e non solo sul piano ecologico e sociale.

William Persichilli

HOT SPOTHOT SPOT

Foto credits: Courtesy of GNAM