Teatro

Ragazze al Muro: La nota pièce di Eleonora Danco torna al Teatro Vascello dopo 23 anni

 

Ragazze al Muro è un racconto tragicomico di giovani della periferia romana.

 

Così ci appare la scena di Ragazze al Muro. La scena non è solo vuota: è stata svuotata; come se quel posto pieno di gente che è il mondo e quello spazio di azione che è il palco si rispecchiassero all’improvviso l’uno nell’altro in una crisi che non ha nulla di metafisico: è pura resa. Il fatto che ci siano due barili e due donne profondamente sole ci mostra dove arriva il rischio che si prende Danco di fare teatro. la resa dei corpi di Sonia e Maria buttati lì al centro della scena, dichiaratamente sole, profondamente sole, conteneva (nel 1996) una verità di cui allora potevamo avere solo un’illuminazione”.

 Christian Raimo Tratto dalla prefazione di Tempi Morti, Giulio Perrore Editore 2022

 

Ragazze al Muro

Lo spazio scenico di Ragazze al Muro è circoscritto, simbolicamente,  dalla fermata di un autobus della periferia romana. Pochi elementi e tanta desolazione umana rendono il palco somigliante a uno scenario post apocalittico  in cui regna il deserto (o quasi). Due barili al centro, uno molto alto e una tanica più tozza, tracce di rifiuti e qualche lattina di coca schiacciata rappresentano il degrado fisico e concreto in cui si svolge l’azione scenica, dove si muovono, agilmente, Maria e Sonia.

Le protagoniste di Ragazze al Muro

Sonia è un’adolescente inquieta, folle e con picchi di aggressività che di tanto in tanto rompono i lunghi momenti di silenzio; l’altra, Maria, è più dolce, ingenua, delicata, a modo suo fragile. Sembrano sole, con famiglie difficile alle spalle e ognuna, a suo modo,  percorre la sua strada di “solitudine” interiore. Una delle due è logorroica, eccitata, non smette di parlare ed è ansiosa di vomitare addosso all’ altra le sue emozioni in maniera primitiva, selvaggia, senza filtri. L’altra ascolta musica in cuffia (unico elemento che riporta il pubblico agli anni Novanta) e sembra in ascolto della sua amica ma ogni tanto esplode rimarcando il suo bisogno di isolamento.

La periferia metropolitana

Lo scenario di abbandono assoluto  e il tentativo goffo di scambio umano  tra le due solitudini tracciano un quadro drammatico della situazione ma lo spettacolo  tocca corde anche leggere e quasi  “comiche”. Ragazze al Muro, scritto in slang romano e portato in scena oggi dopo ventitré anni dall’ultima replica, è un testo tragicomico istintivo,  rudimentale e molto vero che mette al centro della scena, in modo essenziale, l’essere adolescente.

Il dialogo difficile tra le due protagoniste racconta, senza troppi giri di parole, il  bisogno tutto adolescenziale di fluire, di crogiolarsi  nelle ripetute crisi, di permanere nelle situazioni difficili, senza –apparente- possibilità di evoluzione.  Nessun dolcificante può rendere più  digeribile la desolazione di queste due adolescenti che attendono un autobus in una via periferica metropolitana: Sonia e Maria restano un tempo indefinito ad aspettare il bus, mentre tentano di costruire tra loro un rapporto sfilacciato, che forse riusciranno a stringere. Forse no.

L’autobus però non lo prenderanno mai.

C’è inquietudine, tanta dolcezza e una punta di amarezza in questo bel testo di Eleonora Danco, portato in scena per la prima volta nel 1996 eppure così vero, istintivo, poetico e attuale. Emergono infatti le profonde contraddizioni di un’età complicata perché i picchi dell’età adolescenziale e gli umori altalenanti vengono colti e trasmessi nella loro viva immediatezza.

 

Sarah Mataloni

 

Scheda tecnica

di Eleonora Danco
con Eleonora Danco e Beatrice Bartoni

luci Paride Donatelli
Musiche scelte da Marco Tecce
assistente alla regia Alice De Luca

Comunicazione Benedetta Boggio

regia Eleonora Danco

Durata 55’

Foto: Courtesy of Teatro Vascello