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La serva padrona di Pergolesi sotto al Duomo di Siena: la Chigiana Opera Lab presenta l’opera buffa

La serva padrona, opera buffa di Giovan Battista Pergolesi, è andata in scena il 6 agosto in due turni: uno alle 21 e uno alle 22,30 fra le architetture gotico-romaniche della Cattedrale di Siena in Piazza Jacopo della Quercia per Chigiana Opera Lab.

Interpreti sono stati gli allievi del corso di canto il cui docente é William Matteuzzi, gli allievi del Corso di Direzione d’orchestra, i cui docenti sono Daniele Gatti e Luciano Acocella, con Angelo Michele Erico al clavicembalo e l’OGI, l’Orchestra Giovanile Italiana.

Nel cuore della città le note di Pergolesi si sono intercalate con un intermezzo mozartiano, che ha arricchito di suggestioni la serata.

Al primo turno si sono alternati Serpina interpretata da:

Faustine De Monès soprano, Uberto Carmine Giordano basso, Vespone Alessio Fortune Ejiugwo personaggio muto, Diego Ceretta direttore

Per l’intermezzo musicale:

pezzi di Wolfgang Amadeus Mozart: Eine kleine Nachtmusik K 525 Allegro Romanza. Andante Menuetto. Allegro Rondò. Allegro; Carlo Benedetto Cimento direttore, Diego Ceretta direttore

Per il secondo turno si sono invece alternati:

nel ruolo di Serpina Fiorenza Mercatali soprano, Uberto Gianandrea Navacchia basso, Vespone Paolo Mascari personaggio muto, Bernat Gerard Quetglas Torello, direttore

Per l’Inter mezzo di Wolfgang Amadeus Mozart:

Divertimento per archi n. 2 in si bem. magg. K 137 Andante, Allegro di molto, Allegro assai;  Divertimento per archi n. 3 in fa magg. K 138 Allegro; Andante, Presto; Marco Crispo, direttore, Gerard Quetglas Torello, direttore

Come scritto sul programma delle serata, La serva padrona, una delle opere più eseguite del Settecento musicale, inaugura un nuovo genere di successo all’epoca, fino alla fine dell’Ottocento grazie a numerosi autori, tra i quali Gioachino Rossini, che porterà l’opera buffa alla massima espansione. Pergolesi diventa il centro della diatriba sollevata da un pamphlet, la Querelle des Buffons, che difendeva a spada tratta la tradizionale opera francese dalla caduta di stile e cultura, incarnata dall’opera buffa italiana, sostenuta però da molti intellettuali di rilievo tra cui Jean-Jacques Rousseau, esponente del partito più progressista.

La serva padrona, definita un capolavoro di semplicità, si sviluppa con la richiesta di un “cioccolatte” di un padrone alla sua serva, che si rifiuta di accontentarlo. Da qui si sviluppa tutta l’opera, che sconvolge la vita musicale dei lavori settecenteschi: segna il passaggio al Classicismo dal Barocco, creando scompiglio nella Francia della tragédie lyrique.

La serva padrona rappresenta un’opera emblematica per il momento storico che stiamo vivendo. Fu infatti composta da Pergolesi nel 1733, in una Napoli attanagliata dalla peste, alle prese con difficoltà e limitazioni logistiche, di organico e di maestranze.

Paola Dei

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Feature Image: Ritratto di Ekaterina Ivanovna Nelidova eseguito da Dmitrij Grigoryevič Levitskij nel 1773.