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Perché la preparazione mentale nello sport? Quando la comunicazione fa vincere

Comunicare per raggiungere l’eccellenza. Da alcuni anni si è fatto avanti, con sempre maggiore forza, il concetto, ad ausilio di chi lavora o pratica sport, di una adeguata preparazione mentale per migliorare la performance professionale o sportiva.

Famosa è la parafrasi allenamento =allenamentede facto si sono studiati molte strategie e molti metodi per facilitare il rendimento ottimale dei singoli atleti durante le competizioni o le performance. Inizialmente una strategia mentale performante fu ricercata da sportivi ad alto livello, che presero coscienza del fatto che, anche una minima distrazione mentale, potesse determinare un insuccesso.

Il training autogeno, come tecnica pre-gara di rilassamento di interesse psicofisiologico per il controllo dello stress e dell’ansia, fu l’inizio di un microcosmo pluriconcamerato che, man mano, fu scoperto e i cui ampi orizonti si evidenziarono mettendo in grado gli atleti e, ai nostri giorni, soprattutto gli allenatori (i coach), di possedere una specifica conoscenza e una serie di strumenti dialettici indispensabili per fornire e facilitare al meglio le performance sportive.

Francesco Dario Mostacci Mental Coach
Francesco Dario Mostacci Mental Coach

Oggi l’atleta, l’agonista, non viene visto più come un semplice esecutore di ordini con allenamenti fisici stancanti ed eroici, al fine di ottenere una perfetta esecuzione dell’esercizio. Oggi i coach hanno un ruolo formativo esi

Francesco Dario Mostacci con i suoi allievi
Francesco Dario Mostacci con i suoi allievi
stenziale incisivo nella vita dei ragazzi, i campioni del futuro, attraverso una life-assistance a tutto tondo, che si affianca nei più giovani a quella dei genitori e dei professori scolastici.
Il coaching sportivo, con tutto quello che comprende, ha dato allo sport in genere, lì dove è affiancato all’allenamento fisico, una cornice dorata e uno spessore umanistico nuovo, riuscendo a combinare una giusta motivazione al talento fisico del singolo atleta.  Ma si fa presto a dire preparazione mentale; pensate a quanti contesti sportivi ci sono, sport di squadra (in cui il coach si trova a coordinare più atleti insieme e a costruire, nell’unione delle singole abilità, una squadra vincente) sport individuali (in cui il coach ha anche il compito di rendere l’atleta tanto forte mentalmente da sostenere il confronto con uno o più avversari di gara).

Insomma un labirinto di situazioni e/o contesti diversi che richiedono strumenti mentali diversi. Su tutti questi per passione e analisi spicca uno sport di tradizione antica e una volta considerato d’elite: l’equitazione. Oggi l’equitazione non è più solamente lo sport dei famosissimi fratelli d’Inzeo, di loro basti ricordare che parteciparono a otto Olimpiadi consecutive dal 1948 al 1976 e che, con le loro vittorie in tutto il mondo, fecero appassionare tanti estimatori di una disciplina acrobatica quale è il salto ostacoli.

I fratelli D'Inzeo
I fratelli D’Inzeo
 Attualmente l’equitazione è declinata in tante discipline e pratiche come il completo, il dressage, l’endurance, la monta da lavoro, i pony games, la monta americana. Questo meraviglioso sport multifattoriale ha una prerogativa che nessun altro sport ha: il binomio cavallo-cavaliere.

Francesco Dario e Cecilia Mostacci
Francesco Dario e Cecilia Mostacci

Immaginate che impegno per il coach mettere in condizione di vincere il binomio formato dal cavaliere (con le sue problematiche) e dal cavallo (animale senziente con le sue problematiche istintuali), meravigliosa forza della natura con i suoi 400 kili di muscoli e potenza.

To be continued…

Francesco Dario Mostacci

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Immagine di copertina: A day at the Races di Don Gunn con licenza (CC BY-ND 2.0)

Foto e video per gentile concessione dell’autore